Scandali vergognosi, indignazione di circostanza, ipocrite prese di posizione che portano a soluzioni di breve (se non brevissimo) periodo. Questo è quello che, ormai ciclicamente, accade con riferimento all’uso – o peggio, abuso – che politici e rappresentanti delle istituzioni fanno dei soldi provenienti dalle tasse di cittadini e imprese.
Il recentissimo caso di Batman-Fiorito e dei rimborsi ai consiglieri regionali del Lazio, segue di pochi mesi a quelli dell’onorevole Lusi, del tesoriere della Lega Nord Belsito e delle varie case acquistate o ristrutturate “all’insaputa” dei rispettivi proprietari.
Il ripetersi di fenomeni di questo tipo non è assolutamente casuale: nonostante gli scandali, sono stati fatti solo simbolici, demagogici (e talvolta temporanei) tagli delle somme corrisposte a titolo di indennità o di rimborso.
Nessuno, invece, ricorre all’unica vera soluzione: affermare un principio di doverosa e rigorosa trasparenza che partiti ed eletti devono rispettare con riferimento all’uso e alla rendicontazione dei soldi che gestiscono.
Non sarebbe difficile, basterebbero due semplici regole.
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